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Phisyopolis, costituito da differenti layer sovrapposti e tenuti insieme da un decumanus maximus, conferisce nuova vita al parco della Salinella, organizzando un sistema integrato di strutture leggere contemporanee e segni delle origini romano-fenice del passato.
Le peculiarità dell’area, il suo carattere paesaggisticamente rilevante e la memoria storica dei luoghi hanno indirizzato il processo progettuale verso la realizzazione di un intervento poco invasivo e che proponesse uno spazio pubblico dinamico tale da svelare il carattere archeologico dell’area.
Dallo studio della vicina area archeologica Lilibeo e dell’impianto urbanistico del castrum romanum, il progetto ne reinterpreta gli elementi a partire dall’inserimento di una passerella, che richiama appunto il decumanus maximus, realizzata in grigliato pressato e ancorata al suolo tramite tirafondi in corrispondenza di porzioni di cordolo prefabbricato interrato.
Essa segna l’intero lotto a partire dalla Casa del Salinaro (porta decumana), edificio di testa contenitore delle sedi di tutte le funzioni, sino ad arrivarealla porta pretoria, idealmente identificata col termine ultimo, in pieno mare, dell’istmo peninsulare.
Questo camminamento è affiancato da un percorso in terra stabilizzata che, ricalcando il sedime ideale delle antiche destruantur muri, accompagna i fruitori alla scoperta delle ricostruzioni, in chiave contemporanea, dei principali edifici di epoca romana.
All’interno delle aree che si vengono a delimitare dall’incontro di questi due percorsi, si trovano infatti delle strutture realizzate in tondini di acciaio, alti 100 cm e dal diametro di 5 cm, che assolvono il compito, sotto forma di una vera e propria installazione landart, di segnare il territorio con un gesto chiaro e minimale, dando vita ad un percorso didattico.
Tale intervento è stato pensato in modo da poter integrare e completare eventuali ritrovamenti, anche parziali, delle rovine che potrebbero tornare alla luce in occasione dell’intervento sull’area. In adiacenza alle rovine “ricostruite” e sempre tangenti ai percorsi, si trovano otto piattaforme in legno ospitanti le funzioni individuate per trasformare l’area di intervento da un luogo abbandonato ad un vivace spazio pubblico secondo un climax discendente che, dall’aggregato urbano, si rarefà sempre di più fino a incontrare l’ultima piattaforma che instaura una relazione univoca con il paesaggio circostante.
Longilinei portali realizzati con scatolari metallici e composti in modo sempre differente permettono lo svolgimento dell’attività cui è destinata la piattaforma: supporto per le quinte scenografiche di uno spettacolo all’aperto o per sedute sospese, struttura utile all’appoggio di copertura di riparo, asse lungo il quale ci si possa allenare all’aperto, stoccaggio per le attrezzature.
A completamento di questo nuovo assetto anche la vegetazione assume un ruolo fondamentale nel definirne i confini. Internamente al perimetro determinato dal percorso in terra troviamo un verde antropizzato che ricalca le geometrie del hortus romanus mentre all’esterno si estende, fino ai confini del lotto, la tipica macchia mediterranea. L’intervento si palesa per la semplicità degli elementi introdotti ma, nonostante ciò, è in grado di generare un circolo virtuoso di momenti aggregativi e apprendimento che, vista la facile replicabilità dei suoi componenti, potrebbero, in un secondo momento e con un investimento contenuto, espandersi oltre i confini del lotto.
Incarico: Concorso
Committente: MIBACT – CNAPPC
Luogo: Marsala | Anno: 2016
Con: Linearama Architects – CIRCOLO A